lunedì 7 ottobre 2013

Per una nuova fase della partecipazione e del decentramento a Terni - Le proposte di SEL

 E' stato presentato stamattina il documento di SEL con le proposte per la riorganizzazione degli strumenti di decentramento e partecipazione che dovranno sostituire le Circoscrizioni.
Non si tratta di un progetto organico e completo, ma il punto di avvio di una discussione su questi temi che vorremmo allargare non solo all'Amministrazione Comunale, ma anche agli attuali consigli di Circoscrizione, alle associazioni e ai cittadini. Un percorso che secondo noi andava già avviato da parte dell'Amministrazione Comunale, visto che la legge che abroga le Circoscrizioni nelle città sotto i duecento mila abitanti è del 2010. Non avendo rappresentanti nel consiglio comunale, nei prossimi giorni presenteremo la proposta al presidente del consiglio comunale e all'Assessore al decentramento, con la richiesta di avviare da subito una discussione sul tema.

SEL Terni comunica anche la propria adesione alla manifestazione "Costituzione: la via maestra" che si svolgerà a Roma Sabato 12 ottobre. Per partecipare ci stiamo organizzando in treno, l'appuntamento è alla stazione di Terni la mattina di sabato 12 alle ore 11, per prendere poi il treno delle ore 11.23.


CIRCOLO SEL TERNI



Segue il testo del documento:

La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi, da “democrazia di spettatori passivi”, in “democrazia di partecipanti attivi”, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private.

(E.Fromm, Avere o essere?, 1976)



DECENTRAMENTO E PARTECIPAZIONE: UNA STORIA TERNANA

L’esperienza del decentramento a Terni ha costituito un aspetto importante degli ultimi 40 anni di vita politico-istituzionale della città.

Terni è stata una delle prime città d’Italia a costituire i Consigli di Quartiere, nei primi anni 70, innestandosi in quella forte richiesta che cresceva nel Paese, che portò a importanti esperienze di partecipazione diretta nel mondo del lavoro, nella scuola oltre che nel governo delle città.
Essi, pur non avendo deleghe né risorse da gestire direttamente, hanno rappresentato un innovativo strumento di coinvolgimento popolare al governo cittadino, partecipando alle scelte dell’Amministrazione Comunale con un ruolo attivo e propositivo.

Riuscirono ad alimentare una forte volontà di partecipazione in centinaia di donne e uomini chiamati a far parte dei consigli e soprattutto la convinta presenza di tanta parte della città all’attività degli organismi.

Del tutto naturale fu quindi il successivo passaggio alla costituzione delle Circoscrizioni, dotate via via di sempre maggiori risorse e poteri, nate in seguito alla legge nazionale del 1976.

Anche qui Terni anticipò la nascita delle Circoscrizioni, istituendole con l’elezione indiretta nel 1978 e successivamente, con il voto diretto dei cittadini alle elezioni amministrative del 1980, come previsto appunto dalla legge 278/76.

Quindi, la cancellazione delle Circoscrizioni che avverrà nel 2014, in base alla legge 42 del 2010, non rappresenta solo la fine di una esperienza di decentramento amministrativo, significa anche il venir meno di quella politica di partecipazione alla vita pubblica municipale che ha accompagnato la crescita della città in questi anni.

Anche se, c’è da notare, nel corso degli anni quell’esperienza si è andata sempre di più caratterizzando per gli aspetti di decentramento amministrativo, perdendo molto sul fronte della partecipazione che era stata la vera, innovativa intuizione.

Con l'esaurirsi dell’esperienza delle Circoscrizioni, riteniamo che non sia utile un semplicistico ritorno al passato, ricostituendo sotto altre forme i Consigli di Quartiere. Sarebbe una scelta del passato in un contesto completamente diverso.

Vanno innanzitutto scissi i due aspetti, quello del decentramento dei servizi da quello, da rilanciare, della condivisione del governo della città.



DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

E’ indubbio che la presenza nei territori dei servizi anagrafici, come del corpo dei vigili urbani, vanno mantenuti, e possibilmente integrati con altri servizi e con l’utilizzo dei nuovi strumenti informatici.

Le sedi possono vedere, in giorni stabiliti, anche la presenza di tecnici comunali che si ritengano utili come interfaccia tempestiva al fine di dare risposta alle richieste di intervento manutentivo nei quartieri, soprattutto negli edifici e negli spazi pubblici.

Inoltre, sarebbe utile un ripensamento della funzione delle associazioni locali (centri sociali, centri giovanili, circoli, etc.) prevedendo un loro coinvolgimento nell'erogazione di alcuni servizi individuali alla persona nell'ottica della costruzione di un nuovo welfare municipale.



CITTADINI PROTAGONISTI

Sull'altro fronte, invece, noi crediamo si possa sperimentare un approccio nuovo tentando di mettere insieme modalità diverse di partecipazione, alcune già previste dall’attuale Regolamento Comunale e molto poco utilizzate, e recuperando le esperienze positive che in questi decenni si sono sviluppate.

Uno dei punti è rappresentato dalla costituzione delle Consulte tematiche cittadine, quali la Consulta dello sport, la Consulta della cultura e del turismo, la Consulta dell’integrazione, la Consulta ambiente e sostenibilità urbana, la Consulta del sociale, la Consulta delle/i ragazze/i da 8 a 12 anni, la consulta delle municipalità.

Strumenti che devono avere un riferimento istituzionale, prevedendo rapporti certi sia con la Giunta che con il Consiglio, dando loro, inoltre, la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti di intervento diretto (istanze, petizioni, interrogazioni e interpellanze).

Proponiamo l'istituzione di una Commissione Partecipazione composta da 5 consiglieri comunali, tre di maggioranza e due di minoranza. Uno strumento utile sia come punto di riferimento delle consulte, ma soprattutto per mantenere un costante contatto tra l'Amministrazione Comunale e i cittadini dei diversi ambiti territoriali. Il ruolo e i poteri della Commissione vanno previsti nel Regolamento Comunale.

Accanto a ciò, vanno regolarizzati incontri periodici (almeno due volte l’anno) della Giunta e dei responsabili delle Partecipate con i cittadini, attraverso incontri pubblici nei quartieri volti a informare e ad acquisire suggerimenti e proposte.

Dovrà essere rivisto, rendendolo più semplice, l’accesso ai referendum cittadini, sia in forma consultiva e propositiva che in forma abrogativa. 

Tutto questo va normato con una riscrittura dello Statuto Comunale in cui dovranno essere stabiliti anche i criteri per l’utilizzo delle strutture comunali e il decentramento del personale.

Inoltre va previsto l’invio, in versione telematica, di un giornale di informazione e divulgazione dell’Amministrazione Comunale e delle sue Partecipate.



BILANCIO PARTECIPATIVO

Il punto centrale di questo nuovo approccio è rappresentato dal concreto avvio dello strumento del bilancio partecipativo, più volte proposto e mai avviato.

Il bilancio partecipativo non è solo la destinazione di una parte del bilancio comunale decisa attraverso una qualche forma di partecipazione dei cittadini, quello che, di fatto, già avveniva con le Circoscrizioni.

Noi pensiamo che occorra sperimentare anche a Terni un percorso più ambizioso, che apra la macchina comunale alla partecipazione diretta ed effettiva dei cittadini nelle decisioni sugli obiettivi e sulle priorità della distribuzione degli investimenti pubblici.

Per questo va costruito un percorso partecipativo attraverso un primo lavoro di informazione e comunicazione e uno successivo di consultazione e valutazione al fine di consentire all’Amministrazione Comunale di condividere con i portatori di interessi presenti nel territorio comunale e con tutti i cittadini le scelte di ripartizione delle risorse finanziarie destinate ai servizi e agli investimenti. 



Noi siamo convinti che esso rappresenti lo snodo fondamentale di una nuova stagione di partecipazione e di protagonismo civico per Terni e che su di esso si debba seriamente investire, nonostante le politiche dei vari Governi degli ultimi anni non abbiano dato certezze agli Enti Locali per la predisposizione in tempi certi dei bilanci preventivi e, anzi, siano state e continuino a essere fortemente punitive nei confronti delle istituzioni decentrate.

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